Guida ai corsi tecnici per borse online: dallo schizzo al mock-up

Vi siete mai chiesti se la vostra passione per le borse potesse tradursi in un percorso professionale? Essere in grado di creare accessori da zero è sicuramente un obiettivo ambizioso. Per comprendere appieno come vengono realizzati gli articoli di lusso, un corso tecnico completo è il punto di partenza migliore. Strumenti per la modellistica online […]

Vi siete mai chiesti se la vostra passione per le borse potesse tradursi in un percorso professionale? Essere in grado di creare accessori da zero è sicuramente un obiettivo ambizioso. Per comprendere appieno come vengono realizzati gli articoli di lusso, un corso tecnico completo è il punto di partenza migliore.

Dalle tecniche manuali ai software CAD avanzati, imparerete l’arte della modelleria.

Strumenti per la modellistica online

L’approccio al lato professionale della creazione di borse richiede risorse adeguate. Man mano che il settore sviluppa nuove tecnologie, i modellisti e i tecnici devono adattarsi. Lo strumento più efficace per iniziare a disegnare modelli di borse è un software CAD che consente di disegnare forme in uno spazio 2D, direttamente dal proprio computer portatile. Dal punto di vista didattico, la modellistica digitale può essere la più utile perché richiede pochissimo spazio, quasi nessuna abilità manuale e può essere facilmente seguita attraverso video tutorial e slideshow preregistrati.

Da junior a senior

Un corso completo è la scelta migliore per migliorare le vostre conoscenze precedenti ed elevare le vostre capacità. Tutti i tecnici più bravi sono partiti da progetti semplici per acquisire sicurezza nel loro approccio. Indipendentemente dalla vostra posizione professionale, troverete i vostri punti di forza lungo tutto il percorso formativo. Una quantità consistente di esempi ed esercizi sarà il carburante della vostra crescita.

I vostri progetti nella vita reale

La prototipazione può essere un compito difficile, ma è fondamentale per capire il prodotto finito. Grazie ai corsi di modellistica online, è possibile stampare i propri modelli, tagliare il materiale e creare dei mock-up di borse, per visualizzare correttamente le proporzioni e tutte le diverse tecniche.


Nel percorso di apprendimento, questa è la chiave per rafforzare la conoscenza delle varie fasi di creazione di un accessorio completo. Realizzare un mock-up non significa produrre da soli l’oggetto finito – anche questo può accadere, ovviamente, solo con qualche risorsa in più – ma è un passo importante per migliorare la propria percezione del prodotto.

Visualizzare le tecniche attraverso una mentalità digitale

La fase di prototipazione può avvenire in diversi modi. Considerando un software CAD come la risorsa fondamentale da utilizzare, è estremamente utile impiegarlo anche per creare volumi 3D che possano eventualmente sostituire un mock-up fisico. Questo può cambiare le carte in tavola, soprattutto se non si è molto inclini alle attività manuali e alla lavorazione.

Ascoltare i maestri

Se siete arrivati fin qui, probabilmente non siete interessati ai tutorial per il fai-da-te e per i dilettanti. The best and most appropriate guidance for bag making has to come from the experience of professional figures. Queste figure devono essere degne di fiducia: in grado di ottenere risultati di alto livello e di fornire istruzioni ben costruite attraverso un corso tecnico strutturato.

Il viaggio dallo schizzo al modello di borsa non è solo una questione di acquisizione di competenze, ma anche di liberare la vostra creatività e il vostro potenziale nel mondo degli accessori di moda. Se sei pronto a trasformare la tua passione per le borse in un’attività professionale, investire in un corso tecnico online è il punto di partenza perfetto. Fai il salto oggi stesso ed esplora le infinite possibilità che ti attendono. Non esitate a chiedere maggiori informazioni sul nostro corso online di prototipia borse sul nostro sito web.

Da passione a professione: La passione è il motore del successo nel mondo del design.

Matteo Pasca, direttore di Arsutoria School dal 2003 ci racconta alcuni suggerimenti preziosi su come trasformare la tua passione per borse e scarpe in una carriera di successo nel 2024. L’economista Enrico Cietta, autore della teoria HCP (hybrid creative products) afferma che nei prodotti dell’industria della moda la creatività è inscindibile dalla abilità di realizzarli. […]

Matteo Pasca, direttore di Arsutoria School dal 2003 ci racconta alcuni suggerimenti preziosi su come trasformare la tua passione per borse e scarpe in una carriera di successo nel 2024.

L’economista Enrico Cietta, autore della teoria HCP (hybrid creative products) afferma che nei prodotti dell’industria della moda la creatività è inscindibile dalla abilità di realizzarli. Una creatività che non si sposa in maniera armonica con una sapiente manualità finisce per essere un esercizio astratto fine a sé stesso.

Due esempi vengono alla mente: il primo è il documentario statunitense “Valentino: The Last Emperor” del 2008. In una sequenza del film, lo straordinario stilista italiano racconta di essersi svegliato la mattina con l’immagine di un vestito in mente. Si reca all’atelier dove un gruppo di sarte dedicate a realizzare i capi Haute Couture della Maison ascolta le sue idee e si mette all’opera. Vengono scelti i materiali, le mani esperte realizzano il primo prototipo e la modella lo indossa. Valentino discute le soluzioni tecniche assieme ad Antonella De Angelis la sua storica collaboratrice e responsabile della squadra di sarte. Un meraviglioso esempio dell’urgenza dell’idea creativa nella mente dello stilista di diventare oggetto e di essere indossato.

Il secondo esempio è la mostra “Salvatore Ferragamo 1898-1960” ospitata fino al 4 Novembre 2024 presso il Museo Ferragamo di Firenze, un luogo magico magistralmente coordinato dalla grande direttrice Stefania Ricci La mostra inaugurata il 27 ottobre 2023, celebra l’apertura del primo negozio Ferragamo a Hollywood nel 1923. Un breve testo preso direttamente dal sito del museo: “il progetto odierno […] si avvale di nuovi snodi che da un lato mettono in luce il contributo di Ferragamo alla rinascita dell’artigianato e alla definizione del Made in Italy nel dopoguerra, dall’altro evidenziano come il design italiano, espresso anche grazie alle calzature di Ferragamo, si basi sul connubio vincente fra tradizione decorativa e artigianale, funzionalità e innovazione tecnologica”.

Per ultimo, in questo contesto di profonda connessione tra creatività e artigianalità, un esempio tangibile di come queste due componenti si intreccino con passione e dedizione ci viene offerto da uno dei designer più influenti del panorama attuale, Gherardo Felloni, che è stato recentemente premiato a New York,designer of the year 2023.premio. Nella sua biografia Gherardo racconta: “I was born in Tuscany, near Arezzo, and grew up in the countryside. My father and my uncle had a shoe factory, LAMOS, founded in 1958, and I used to go to the factory where I stayed with the craftsmen, I enjoyed cutting the tinted leathers and playing with the heels”.

La creatività è un dono ma l’artigianalità è un mestiere che si impara

Ricorda il direttore della scuola Arsutoria Matteo Pasca: “Incontrai Giovanni Felloni quasi 20 anni fa in Prada. Bertelli aveva acquisito il calzaturificio Lamos che era diventata la divisione calzature di Prada e Felloni ne era il direttore. Andai per presentare Arsutoria e Felloni mi sorprese dicendo che lui stesso e molti dei modellisti del suo team avevano frequentato la nostra scuola e che ancora teneva le copie delle riviste Arsutoria storiche che erano una fonte importante di ispirazione”.

Prendendo ispirazione da quanto scritto fino a questo punto, mi sento di affermare che la creatività è un dono ma l’artigianalità è un mestiere che si impara. In tutta Italia i più importanti brand della moda stanno organizzando percorsi formativi all’artigianalità. In effetti, insieme all’ITS delle Marche stiamo lavorando su un progetto di collaborazione con un gruppo che porta sul mercato con grande successo importanti marchi.

Arsutoria è al fianco di queste esperienze da anni, portando avanti la tradizione del “savoire faire” nel campo delle calzature e della pelletteria. I master annuali della scuola restano ad oggi il punto di riferimento in Italia per chi vuole iniziare una carriera nel settore degli accessori moda sia come designer sia come tecnico. Il connubio tra design, artigianalità ed innovazione è una delle caratteristiche della scuola milanese che garantiscono una formazione a 360 gradi.

La formazione nelle fabbriche calzaturiere

Quali sono le figure professionali che lavorano in una fabbrica calzaturiera e quali sono i corsi disponibili per diventarne parte?

La produzione delle scarpe: tra artigianalita’ e industria

Il primo aspetto da mettere in evidenza è che nonostante la meccanizzazione che è avvenuta nel corso di questo secolo e a seguito della rivoluzione industriale, la fabbricazione della calzatura ha ancora degli aspetti fortemente artigianali: la conoscenza e l’abilità manuale di chi utilizza i macchinari è ancora fondamentale.

I macchinari usati in un calzaturificio per la produzione di un paio di scarpe sono davvero tanti, ne citiamo solo alcuni: la scarnitrice, la spaccapelli e le macchine da cucire, la premonta e la calzera, l’inchioda tacchi e la pressa per fissare le suole. Nessuna di queste macchine è in grado di lavorare senza a fianco un operatore che le guidi e le controlli.

Si può dire che le macchine costituiscono un ausilio al lavoro dell’operatore: esse aiutano gli operatori ad essere più veloci e quindi più produttivi, ad aumentare la precisione delle lavorazioni e dunque la ripetibilità della stessa ma la conoscenza e l’abilità manuale di chi utilizza i macchinari è ancora fondamentale.

Solo poche operazioni – soprattutto nella produzione della calzatura elegante, cavallo di battaglia del “made in Italy” – possono essere completamente automatizzate: è il caso della smerigliatura del fondo della tomaia montata e alla distesa della colla sul fondo della tomaia e sulla suola.

Alcune operazioni come per esempio il taglio stanno evolvendo molto in questi anni. In un calzaturificio è sempre richiesta la presenza di qualcuno che sia in grado di tagliare a mano, sia per il taglio dei prototipi – dei quali non sono ancora stati realizzati i modelli al CAD – sia nel caso in cui si debba tagliare alcuni materiali particolari (es. materiali preziosi). È pur vero che l’evoluzione dei tavoli di taglio permette di tagliare automaticamente sempre più materiali e oggigiorno è possibile vedere dei calzaturifici che tagliano anche le pelli esotiche con i tavoli di taglio. La competenza dell’operatore è comunque ancora fondamentale specialmente nelle operazioni ad alto valore aggiunto quali il piazzamento dei pezzi sulle diverse aree delle pelli. Sono stati invece automatizzate operazioni quali la raccolta finale dopo il taglio.

Nel calzaturificio: chi sono i tecnici che producono le scarpe

Le figure professionali nella fabbrica calzaturiera

La figura che precede mostra una sequenza di attività tecniche tipiche che vengono svolte in una fabbrica di calzature. Vanno chiariti alcuni punti fondamentali: in primo luogo va detto che ogni azienda è organizzata in modo differente e dunque sicuramente questo schema non rappresenta in maniera precisa l’organizzazione di tutti i calzaturifici.

Nello schema abbiamo preferito nominare delle attività e non dei ruoli, il motivo è che la medesima persona potrebbe svolgere più di una attività (ad esempio l’unico modellista potrebbe occuparsi sia dello sviluppo dei prototipi/campioni sia dell’industrializzazione).

Lo schema inoltre non dice quali attività sono svolte internamente e quali invece terziarizzate (ad esempio è frequente che l’orlatura dei prototipi sia gestita all’interno della azienda mentre l’orlatura della produzione sia data all’esterno ad una giunteria)

I momenti nel ciclo di vita della scarpa:

  1. la realizzazione dei prototipi cioè il primo tentativo di tradurre l’idea di stile in una scarpa. Il risultato è una scarpa che verrà valutata internamente e probabilmente modificata prima di essere messa sul mercato
  2. la realizzazione dei campioni: cioè delle scarpe che vengono date alla forza vendita da mostrare ai clienti per raccogliere gli ordini
  3. la produzione: una volta raccolti gli ordini si inizia a produrre. Non tutti i campioni verranno prodotti (in genere solo quelli che superano un quantitativo minimo di ordini – e questo minimo varia da azienda ad azienda) ed è comunque possibile che i clienti chiedano delle variazioni rispetto ai campioni mostrati

Nelle aziende più grandi chi realizza prototipi e campioni spesso non sono le stesse persone che si occupano della produzione. In molte aziende la produzione viene addirittura terziarizzata in toto o in parte.

I diversi ruoli tecnici in un calzaturificio:

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  • altre figure sono dedicate alla pianificazione, al coordinamento organizzativo, alla logistica interna ed esterna dei materiali e dei semilavorati, alla supervisione della produzione e al controllo di qualità dei prodotti e dei processi. Per queste figure è più difficile identificare dei corsi precisi che formino queste professionalità specifiche. A nostro parere nel sistema formativo italiano queste figure dovrebbero essere formate da corsi di livello post-secondario mediante percorsi IFTS e ITS
  • infine, ci sono le figure più propriamente produttive (taglio, preparazione e giunteria, montaggio e finissaggio). Nel sistema educativo italiano queste figure dovrebbero uscire da istituti professionali o da percorsi IeFP. Tranne pochi casi è però difficile identificare in Italia degli Istituti Professionali o dei Centri di Formazione Professionale (CFP) che siano in grado di organizzare percorsi di formazione adeguati alle necessità delle aziende.
    Il risultato è che spesso queste figure vengono ancora formate all’interno delle aziende per affiancamento al personale esperto mediante gli strumenti dell’apprendistato o con le risorse dei fondi interprofessionali (es. Fondimpresa).Ci sono in alcune Regioni esperienze di corsi di breve durata finanziati mediante risorse FSE (Fondo Sociale Europeo) o attraverso le risorse delle Agenzie del Lavoro (Formatemp)

La parola all’assocazione nazionale dei calzaturieri (Assocalzaturifici)

Abbiamo chiesto ad Assocalzaturifici di aiutarci a fare un quadro dei corsi disponibili sul territorio italiano per formare le diverse figure tecniche destinate ai calzaturifici. Il contributo che segue è stato preparato a quattro mani da Tommaso Cancellara direttore dell’Associazione Nazionale.

Sul sito di Assocalzaturifici sono inserite le scuole che offrono formazione sul calzaturiero divise per i vari livelli di istruzione.

Formazione secondaria

Si tratta della formazione specifica del triennio delle scuole superiori (soprattutto istituti tecnici).
Le scuole, soprattutto quelle delle 7 regioni in cui si trovano i distretti calzaturieri, hanno attivato gli indirizzi moda che comprendono corsi di indirizzo specifico sul calzaturiero.
Il problema rilevato è che, essendo queste classi di concorso, i dirigenti scolastici hanno l’opportunità di scegliere esperti provenienti dal settore soltanto se non ci sono in graduatoria gli insegnanti.
Questo è un peccato perché spesso non vengono forniti ai ragazzi strumenti sufficienti ed adeguati per conoscere il settore.

Per questo motivo Assocalzaturifici ha attivato un protocollo di intesa con Anpal per migliorare la qualità dei progetti di alternanza scuola-lavoro che possano garantire sia alle aziende che alle scuole una collaborazione proficua.

Formazione post-diploma

Per gli studenti diplomati il settore calzaturiero offre diverse opportunità:

Corsi IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore) che vengono finanziati dalle Regioni e che sono completamente gratuiti per gli studenti e vengono attivati di anno in anno sulla base delle esigenze formative delle aziende del settore. Sono terminati negli ultimi giorni corsi IFTS in Lombardia, nelle Marche, in Emilia Romagna, in Veneto per “Tecnico Calzaturiero” che saranno rifinanziati e ripartiranno nel mese di ottobre. La durata del corso è annuale (indicativamente da ottobre a luglio)

Corsi ITS (Istruzione Tecnica Superiore). Si tratta di Fondazioni che hanno all’interno aziende, università e scuole superiori e che erogano corsi sul calzaturiero, dal tecnico di processo e di prodotto, al coordinatore di collezione, al tecnico del marketing e dell’internazionalizzazione, sempre in ambito calzaturiero e moda.

Assocalzaturifici collabora e promuove:

  • ITS “Moda calzature” nelle Marche
  • ITS Cosmo in Veneto e Lombardia
  • ITS Moda in Campania
  • ITS MITA in Toscana

e fornisce, ove richiesto, expertise e docenze.

La durata dei corsi è biennale e vengono forniti crediti formativi per proseguire con l’Università. L’occupabilità dei ragazzi che frequentano questi corsi è circa dell’85%.

Per entrare nei corsi IFTS e ITS occorre fare una selezione con requisiti minimi (diploma di qualifica e lingua inglese).

Corsi privati soprattutto per la figura del modellista. Scuole come Arsutoria, Cercal e Politecnico Calzaturiero, che sono nel network formativo di Assocalzaturifici, realizzano corsi privati per questa figura molto ricercata nelle aziende calzaturiere. Funzionano molto i corsi del sabato mattina che sono indirizzati a chi già lavora in azienda e che vuole migliorare la sua posizione lavorativa.

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Software per disegnare scarpe

In questo articolo cerchiamo di capire quali software sono utilizzati dai designer di scarpe. Prima di entrare nello specifico dell’argomento dei software da usare per il design delle scarpe è utile fare una premessa: come si diventa designer di scarpe?

Diversi tipi di design (e designer)

Crediamo sia giusto distinguere tra designer di scarpe di moda, designer di scarpe sportive (categoria nella quale comprendiamo gli sport di montagna come il trekking o l’arrampicata) e designer di scarpe per utilizzi particolari quali le scarpe da lavoro e di sicurezza. Difficile racchiudere in queste tre categorie tutte le calzature in commercio: basti pensare a chi realizza il design delle ciabatte infradito da spiaggia in plastica (le cosiddette flip-flop) o delle scarpe da bambino, chi disegna le scarpe da sposa o le scarpe da danza.

Nella categoria delle scarpe di moda possiamo far rientrare tutte quelle aziende che propongono dei nuovi articoli con la cadenza delle stagioni. Tradizionalmente due volte l’anno anche se ormai sempre più aziende lavorano su quattro lanci di collezione ogni anno, alcune addirittura sei e altre sfornano prodotti di continuo (basti pensare ai colossi del fast fashion come Zara ed H&M).

I designer che lavorano per queste aziende di solito provengono da studi di fashion design o si sono formati sul campo. Ci sono scuole che propongono corsi di design delle scarpe e in genere sono scuole che consideriamo scuole di moda. Molti designer tuttavia non hanno fatto corsi di moda ma hanno imparato ad applicare la loro creatività al design delle calzature.

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La maggior parte di questi designer continuano a disegnare usando unicamente carta e penna. Alcuni partono da una forma (l’utensile di legno o di plastica che si usa per produrre le scarpe) ci mettono sopra del nastro adesivo o un guscio di plastica (una formella) e disegnano le linee della scarpa direttamente sull’oggetto tridimensionale. Così facendo il passaggio tecnico dal design al modello sarà un poco più semplice e preciso perché il design già è fatto sulla forma che servirà poi per produrre la scarpa.

Il digitale nel design delle calzature moda

Software grafici

Alcuni designer hanno iniziato ad usare dei software di illustrazione e grafica: i più usati sono Illustrator e Photoshop della Adobe. Grazie ad Illustrator il design diventa un file vettoriale e quindi facilmente modificabile. Grazie a Photoshop è possibile scannerizzare dei materiali (es. la pelle o i tessuti) e applicare le texture scannerizzate al design in modo da realizzare un cosiddetto rendering cioè un design più simile alla realtà che oltre a mostrare le linee di stile simula anche l’aspetto finale che avrà la scarpa una volta realizzata con i materiali.

CAD 3D per la calzatura

Alcune aziende hanno iniziato ad utilizzare i software CAD 3D per il design delle scarpe di moda: è noto il caso di Tempe (Zara) dove il gruppo di oltre 50 designer di scarpe realizza il design dei prodotti con Icad3d+. Lo stesso accade all’interno del gruppo tedesco Deichmann che usa anche esso Icad3d+ o del gruppo americano Wolverine che usa Romans CAD. Il vantaggio maggiore di realizzare un design 3d nelle aziende della moda a nostro parere è legato alla possibilità di comunicare in maniera più efficace e precisa a chi produce il design ed evitare in questo modo interpretazioni ed aggiustamenti che richiedono poi revisioni e modifiche (cioè tempi e costi).

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Non solo i marchi del fast fashion ma anche un marchio del lusso come Hermes utilizza un software di design 3D (in questo caso Romans CAD) per coordinare il lavoro tra i designer e i modellisti della fabbrica. In questo caso il processo è organizzato in maniera differente: i modellisti in fabbrica in Italia ricevono le idee dai designer francesi in maniera tradizionale e realizzano dei design 3D prima di iniziare la prototipia vera e propria.

Oltre a Romans e Icad3d+ già citati, esistono altri software di design 3D usati nel settore della scarpe quali Shomaster e Procam per citarne alcuni. Tutti software che permettono non solo di realizzare il design 3d della scarpa ma anche, partendo da esso, di realizzare il modello tecnico cioè le istruzioni per tagliare i pezzi della tomaia e della fodera delle scarpe.

Il digitale nel design delle calzature sportive

Passando dal mondo della moda alle aziende dello sport le cose cambiano notevolmente. I tempi di lancio di nuovi prodotti sono diversi: l’innovazione tecnica e la necessità di garantire delle performance richiedono tempi più lunghi ai gruppi di lavoro che svolgono la ricerca, la progettazione, l’industrializzazione e i test sul campo dei prodotti messi sul mercato. Si pensi ad esempio alle flyknit di Nike che sono rimaste in incubazione per alcuni anni prima di essere lanciate sul mercato nel 2012.

I designer di calzature sportive

Chi disegna le calzature sportive? Nelle aziende dello sport è più difficile trovare designer provenienti da scuole di fashion design. È molto più frequente incontrare designer che provengono dal design industriale e dal design di prodotto. Probabilmente perché questo tipo di figure è più abituato a pensare il design in termini di funzionalità più che in termini di estetica, perché sono più abituate a fare ricerca sui materiali e hanno una maggiore familiarità con la progettazione di oggetti stampati quali la gomma o le plastiche che sono i materiali usati per le suole delle calzature sportive.

Non bisogna dimenticare che quello dello sport è soprattutto un mondo di appassionati (si legga ad esempio il libro di Phil Knight “Shoe Dog” sulla storia di Nike). È quindi frequente che le aziende dello sport cerchino il loro personale, designer compresi, tra gli sportivi stessi o tra gli appassionati delle discipline sportive. Il motivo è semplice: queste persone sanno quali sono le necessità di chi pratica uno sport perché loro stessi lo praticano con passione (si pensi non solo alla corsa ma per esempio alla arrampicata in montagna).

Anche i designer delle calzature sportive sono prevalentemente abituati a disegnare con carta e matita. D’Wayne Edwards fondatore della scuola Pensole che è stato designer in Nike, da sempre dichiara che tutto inizia da una matita (e la matita fa parte del nome della scuola che ha creato per gli appassionati di scarpe sportive). I designer che provengono da studi di design industriale sono tuttavia sempre più abituati a lavorare con i software di grafica. Così come per la moda penso che i software più usati siano Illustrator e Photoshop: probabilmente non per iniziare ma una volta messo a fuoco l’idea creativa per portare il design ad un livello più tecnico. Sempre di più inoltre le aziende dello sport richiedono ai propri designer la capacità di utilizzare i software di modellazione 3D. Nella medesima azienda – si pensi ai giganti come Adidas e Nike ma anche ad aziende quali New Balance, Asics, Brooks, Mizuno ecc. – sono usati software differenti: dai tradizionali software di modellazione 3D quali Rhino e 3Ds Max.

Rhino, Solidworks, Illustrator, e Maya

Esistono diversi software di design 3D che sono molto differenti tra loro in termini di possibilità tecniche e di costo. Una licenza di Rhino – uno dei software più utilizzati – costa meno di 1.000 Euro ed esistono plug-in di Rhino che permettono di automatizzare molte operazioni necessarie per disegnare una scarpa o una suola. Per una licenza completa dei CAD 3D calzaturieri invece (quali Shoemaster, Romans e Icad3D+) non bastano 10.000 Euro.

È possibile usare anche software gratuiti per realizzare il design 3D.

Chiaramente usando questi software ci si ferma al design 3D – e spesso ci vuole molto tempo per realizzare alcune parti della scarpa (si pensi alle stringhe o ai tasselli di una suola carro-armato) che nei software pensati per le calzature possono essere disegnate in maniera più veloce ed automatizzata. Inoltre, difficilmente sarà possibile trasmettere i dati di design a chi si occupa dello sviluppo tecnico (sia per tagliare i pezzi della tomaia sia per realizzare lo stampo di una suola).

In molte aziende questa separazione tra design 3D e sviluppo tecnico sembra non essere un problema. Non è infrequente infatti vedere aziende grandi nelle quali chi si occupa del design ha poco a che fare con chi si occupa dello sviluppo tecnico e l’azienda stessa non favorisce l’utilizzo di sistemi integrati

La stampa 3D nel design della calzatura

Una volta che è stato realizzato un design 3D gli utilizzi sono tanti: è possibile realizzare un prototipo della scarpa usando la stampa 3D. Le stampanti 3D disponibili sul mercato non sono ancora in grado di realizzare scarpe con le stesse performance di quelle prodotte in maniera tradizionale. Però sono già in grado di realizzare maquette per la valutazione estetica delle scarpe e in alcuni casi per una prima valutazione di calzata. Da un design 3D è possibile inoltre utilizzare sofisticati sistemi di rendering e realizzare delle immagini simili a delle fotografie reali. Questo apre alla possibilità di realizzare cataloghi virtuali, e-commerce e vetrine interattive nei negozi e tante altre applicazioni nelle quali il design 3D sostituisce il prodotto fisico.

La calzatura di sicurezza

Infine, vorrei spendere due parole sul settore della calzatura di sicurezza. Un mondo nel quale – in Europa sicuramente ma sempre di più anche negli altri paesi – i prodotti devono soddisfare un articolato sistema di norme che dettagliano le caratteristiche richieste ai cosiddetti dispositivi di protezione individuale (DPI). Per molti versi questo settore presenta aspetti comuni al mondo dello sport: la funzione ha importanza quanto l’estetica. Inoltre, si parla di scarpe con suole in gomma o altre materie plastiche (es. poliuretani) e con costruzioni simili a quelle delle calzature sportive, in particolare molto simili alle scarpe da trekking e da montagna.

Diversamente dal settore dello sport il settore delle calzature di sicurezza non è dominato da aziende enormi e dunque solo in pochi casi si vedono in questo settore innovazioni tecniche quali vediamo nel mondo della calzatura sportiva.

I designer delle scarpe di sicurezza provengono anche essi dal design industriale anche se molti sono tecnici di progettazione e produzione che si occupano anche di pensare il design. La gran parte lavora in maniera tradizionale con carta e matita, alcuni utilizzano i software di grafica e in alcuni casi si vede spuntare l’utilizzo di software per la modellazione 3D. In particolare se si pensa alla complessità della struttura delle suole per le calzature da lavoro e di sicurezza

Conclusioni

Insomma, il mondo delle scarpe è davvero molto ampio. Non dimentichiamo che tantissime delle scarpe prodotte ogni anno (specialmente nel Far East) sono scarpe di bassissimo valore e realizzate completamente in materiali plastici. Più ci spostiamo però verso calzature con maggiore valore aggiunto, più importante diventa il contributo di chi si occupa del design. Abbiamo visto che alcuni designer provengono da studi creativi, alcuni dalle scuole di moda, altri dal design industriale. In generale le scarpe sono ancora disegnate in modo tradizionale con matita e foglio ma sempre di più le aziende richiedono la conoscenza dei software: in molti casi software di grafica quali Illustrator e Photoshop. I software di design 3D esistono da molti anni ma soltanto da qualche anno iniziano ad essere davvero usati nelle aziende. Iniziando dalle aziende più grandi e in generale dalle aziende dello sport, ma non solo.