La produzione delle scarpe: tra artigianalita’ e industria
Il primo aspetto da mettere in evidenza è che nonostante la meccanizzazione che è avvenuta nel corso di questo secolo e a seguito della rivoluzione industriale, la fabbricazione della calzatura ha ancora degli aspetti fortemente artigianali: la conoscenza e l’abilità manuale di chi utilizza i macchinari è ancora fondamentale.
I macchinari usati in un calzaturificio per la produzione di un paio di scarpe sono davvero tanti, ne citiamo solo alcuni: la scarnitrice, la spaccapelli e le macchine da cucire, la premonta e la calzera, l’inchioda tacchi e la pressa per fissare le suole. Nessuna di queste macchine è in grado di lavorare senza a fianco un operatore che le guidi e le controlli.
Si può dire che le macchine costituiscono un ausilio al lavoro dell’operatore: esse aiutano gli operatori ad essere più veloci e quindi più produttivi, ad aumentare la precisione delle lavorazioni e dunque la ripetibilità della stessa ma la conoscenza e l’abilità manuale di chi utilizza i macchinari è ancora fondamentale.
Solo poche operazioni – soprattutto nella produzione della calzatura elegante, cavallo di battaglia del “made in Italy” – possono essere completamente automatizzate: è il caso della smerigliatura del fondo della tomaia montata e alla distesa della colla sul fondo della tomaia e sulla suola.
Alcune operazioni come per esempio il taglio stanno evolvendo molto in questi anni. In un calzaturificio è sempre richiesta la presenza di qualcuno che sia in grado di tagliare a mano, sia per il taglio dei prototipi – dei quali non sono ancora stati realizzati i modelli al CAD – sia nel caso in cui si debba tagliare alcuni materiali particolari (es. materiali preziosi). È pur vero che l’evoluzione dei tavoli di taglio permette di tagliare automaticamente sempre più materiali e oggigiorno è possibile vedere dei calzaturifici che tagliano anche le pelli esotiche con i tavoli di taglio. La competenza dell’operatore è comunque ancora fondamentale specialmente nelle operazioni ad alto valore aggiunto quali il piazzamento dei pezzi sulle diverse aree delle pelli. Sono stati invece automatizzate operazioni quali la raccolta finale dopo il taglio.
Nel calzaturificio: chi sono i tecnici che producono le scarpe
La figura che precede mostra una sequenza di attività tecniche tipiche che vengono svolte in una fabbrica di calzature. Vanno chiariti alcuni punti fondamentali: in primo luogo va detto che ogni azienda è organizzata in modo differente e dunque sicuramente questo schema non rappresenta in maniera precisa l’organizzazione di tutti i calzaturifici.
Nello schema abbiamo preferito nominare delle attività e non dei ruoli, il motivo è che la medesima persona potrebbe svolgere più di una attività (ad esempio l’unico modellista potrebbe occuparsi sia dello sviluppo dei prototipi/campioni sia dell’industrializzazione).
Lo schema inoltre non dice quali attività sono svolte internamente e quali invece terziarizzate (ad esempio è frequente che l’orlatura dei prototipi sia gestita all’interno della azienda mentre l’orlatura della produzione sia data all’esterno ad una giunteria)
I momenti nel ciclo di vita della scarpa:
- la realizzazione dei prototipi cioè il primo tentativo di tradurre l’idea di stile in una scarpa. Il risultato è una scarpa che verrà valutata internamente e probabilmente modificata prima di essere messa sul mercato
- la realizzazione dei campioni: cioè delle scarpe che vengono date alla forza vendita da mostrare ai clienti per raccogliere gli ordini
- la produzione: una volta raccolti gli ordini si inizia a produrre. Non tutti i campioni verranno prodotti (in genere solo quelli che superano un quantitativo minimo di ordini – e questo minimo varia da azienda ad azienda) ed è comunque possibile che i clienti chiedano delle variazioni rispetto ai campioni mostrati
Nelle aziende più grandi chi realizza prototipi e campioni spesso non sono le stesse persone che si occupano della produzione. In molte aziende la produzione viene addirittura terziarizzata in toto o in parte.
I diversi ruoli tecnici in un calzaturificio:
- alcuni di questi sono dedicati alla progettazione, è il caso dei modellisti e dei tecnici che si occupano dello sviluppo e dell’industrializzazione delle strutture. Esistono corsi specifici per formare queste figure professionali
- altre figure sono dedicate alla pianificazione, al coordinamento organizzativo, alla logistica interna ed esterna dei materiali e dei semilavorati, alla supervisione della produzione e al controllo di qualità dei prodotti e dei processi. Per queste figure è più difficile identificare dei corsi precisi che formino queste professionalità specifiche. A nostro parere nel sistema formativo italiano queste figure dovrebbero essere formate da corsi di livello post-secondario mediante percorsi IFTS e ITS
- infine, ci sono le figure più propriamente produttive (taglio, preparazione e giunteria, montaggio e finissaggio). Nel sistema educativo italiano queste figure dovrebbero uscire da istituti professionali o da percorsi IeFP. Tranne pochi casi è però difficile identificare in Italia degli Istituti Professionali o dei Centri di Formazione Professionale (CFP) che siano in grado di organizzare percorsi di formazione adeguati alle necessità delle aziende.
Il risultato è che spesso queste figure vengono ancora formate all’interno delle aziende per affiancamento al personale esperto mediante gli strumenti dell’apprendistato o con le risorse dei fondi interprofessionali (es. Fondimpresa).Ci sono in alcune Regioni esperienze di corsi di breve durata finanziati mediante risorse FSE (Fondo Sociale Europeo) o attraverso le risorse delle Agenzie del Lavoro (Formatemp)
La parola all’assocazione nazionale dei calzaturieri (Assocalzaturifici)
Abbiamo chiesto ad Assocalzaturifici di aiutarci a fare un quadro dei corsi disponibili sul territorio italiano per formare le diverse figure tecniche destinate ai calzaturifici. Il contributo che segue è stato preparato a quattro mani da Tommaso Cancellara direttore dell’Associazione Nazionale.
Sul sito di Assocalzaturifici sono inserite le scuole che offrono formazione sul calzaturiero divise per i vari livelli di istruzione.
Formazione secondaria
Si tratta della formazione specifica del triennio delle scuole superiori (soprattutto istituti tecnici).
Le scuole, soprattutto quelle delle 7 regioni in cui si trovano i distretti calzaturieri, hanno attivato gli indirizzi moda che comprendono corsi di indirizzo specifico sul calzaturiero.
Il problema rilevato è che, essendo queste classi di concorso, i dirigenti scolastici hanno l’opportunità di scegliere esperti provenienti dal settore soltanto se non ci sono in graduatoria gli insegnanti.
Questo è un peccato perché spesso non vengono forniti ai ragazzi strumenti sufficienti ed adeguati per conoscere il settore.
Per questo motivo Assocalzaturifici ha attivato un protocollo di intesa con Anpal per migliorare la qualità dei progetti di alternanza scuola-lavoro che possano garantire sia alle aziende che alle scuole una collaborazione proficua.
Formazione post-diploma
Per gli studenti diplomati il settore calzaturiero offre diverse opportunità:
Corsi IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore) che vengono finanziati dalle Regioni e che sono completamente gratuiti per gli studenti e vengono attivati di anno in anno sulla base delle esigenze formative delle aziende del settore. Sono terminati negli ultimi giorni corsi IFTS in Lombardia, nelle Marche, in Emilia Romagna, in Veneto per “Tecnico Calzaturiero” che saranno rifinanziati e ripartiranno nel mese di ottobre. La durata del corso è annuale (indicativamente da ottobre a luglio)
Corsi ITS (Istruzione Tecnica Superiore). Si tratta di Fondazioni che hanno all’interno aziende, università e scuole superiori e che erogano corsi sul calzaturiero, dal tecnico di processo e di prodotto, al coordinatore di collezione, al tecnico del marketing e dell’internazionalizzazione, sempre in ambito calzaturiero e moda.
Assocalzaturifici collabora e promuove:
- ITS “Moda calzature” nelle Marche
- ITS Cosmo in Veneto e Lombardia
- ITS Moda in Campania
- ITS MITA in Toscana
e fornisce, ove richiesto, expertise e docenze.
La durata dei corsi è biennale e vengono forniti crediti formativi per proseguire con l’Università. L’occupabilità dei ragazzi che frequentano questi corsi è circa dell’85%.
Per entrare nei corsi IFTS e ITS occorre fare una selezione con requisiti minimi (diploma di qualifica e lingua inglese).
Corsi privati soprattutto per la figura del modellista. Scuole come Arsutoria, Cercal e Politecnico Calzaturiero, che sono nel network formativo di Assocalzaturifici, realizzano corsi privati per questa figura molto ricercata nelle aziende calzaturiere. Funzionano molto i corsi del sabato mattina che sono indirizzati a chi già lavora in azienda e che vuole migliorare la sua posizione lavorativa.